Dicono che siamo nativi digitali e l’iperconnessione alla rete sia la nostra cifra. Tanto da farci sottovalutare quanto possiamo essere pedanti e noiosi mentre rendiamo “social” ogni aspetto della nostra vita. Anche di quella gastronomica. Soprattutto di quella gastronomica!
Siamo un po’ quelli di “Finalmente a casa! Niente di meglio che una zuppa di cipolle per dimenticare questa giornata in ufficio“.
O anche quelli di “Domenica pomeriggio di pioggia? E noi impastiamo i cantucci pistacchio e mandorle!”
Se i cinguettii di Twitter e i filtri di Instagram non sono ancora arrivati dappertutto, trovare qualcuno che non abbia un profilo Facebook è raro quanto una pizzeria che non chiami la sua mozzarella fiordilatte.
Come ci insegna questo spassoso articolo, però, solo una minima parte di quanto postato su Facebook riesce a essere utile per chi lo legge – interessante, informativo o anche solo divertente. La maggior parte degli status o dei link condivisi è solo un malcelato tentativo di farci schiattare di invidia, o una solipsistica ricerca di attenzione.
Plasmiamolo a nostro uso e consumo per identificare alcuni tipici gastroprofili oltremodo irritanti.
1) Il foodie vorrei ma non posso:
“Seratona da Gino Lo Zozzone …che mangiata epica! Antipasto di salumi e affettati misti, tagliatelle panna e funghi, stinco di maiale e una montagna di tiramisù! Mitico Gino!!!”
Si crede edotto in gastronomia perché non perde una puntata della Prova del Cuoco. Manifesta il suo entusiasmo per la cucina condividendo ogni esperienza gourmet – termine che per lui comprende qualsiasi pasto edibile consumato fuori casa, dalla Rustichella irricevibile dell’Autogrill al caffè macchiato. Sintatticamente è martirizzante: abusa di punti esclamativi e aggettivi superlativi, e i suoi giudizi si basano principalmente sulla quantità delle porzioni e sui grassi saturi contenuti. Lo detesterei, se solo non lo avessi cancellato dagli aggiornamenti secoli fa.
Variante questo-l’ho-fatto-io:
“E oggi si cucina! Ciambellone panna e nutella … super buono!”
Il sonno della ragione, insieme a Cotto e mangiato, ha generato mostri. Risultato? Ora la sua bacheca è impestata da spaghetti alle vongole spixelati (è parmigiano quello illuminato dal flash?) e sbilenche torricelle di pancake.
2) La foodie gnocca.
“Un gelato al giorno toglie la 40 di torno #rotolo #dadomanidieta”
“Spaghettata di mezzanotte. Che nessuno mi dica più che mangio troppo poco!”
È mediamente carina, mediamente ben tenuta, indiscutibilmente magra, ma soprattutto tanto, TANTO golosa. O almeno, così ci tiene a farci sapere, condividendo ogni peccato di gola (il fatto che consideri peccato di gola un biscotto al cioccolato rende inutile la vita di Chef Rubio). Forse lo fa perché ha capito che, per rimorchiare, ormai vale più il bianco tartufo d’Alba che il bianco Chanel.
Sottospecie: la foodie leziosa
“Keep calm and … eat a cupcake!
La sua bacheca è un viaggio lisergico tra topping verde acido, glassature azzurro cielo e cuoricini fucsia di pasta di zucchero. Fatti da lei o comprati nella bakery che le hanno aperto sotto casa (chi non ha una bakery sotto casa al giorno d’oggi?). Penso non ci sia bisogno di ulteriori commenti.
3) Il foodie a dieta.
“Spuntini post palestra: barretta di arance e datteri e smoothie di banana #healthywayoflife #mannaggiaalladieta“.
È già abbastanza triste che tu consideri 60 grammi di farro scondito una cena, almeno non rendermene partecipe. Permane in me il vago sospetto che fotografare la tua insalata low carb e 0% fat sia solo un modo per ottenere commenti rassicuranti (“Ma vààà, stai benissimo così! Mangia di più che poi deperisci!”) per poi sbafarti una fetta di pizza ai quattro formaggi senza sensi di colpa. Ma è un’ipotesi ottimista; quella realista è che non ami la pizza ai quattro formaggi, o la pizza tout court.
4) Il foodie di prima classe.
“Momento piccola pasticceria di Antonino Cannavacciuolo … degna conclusione di una cena da favola!”
È sempre in viaggio per qualche destinazione gastronomicamente interessante, ha visitato tutti gli stellati Michelin di Italia, riceve come regali scatole di cioccolatini Guido Gobino. Di solito è un foodblogger o lavora nel settore. Mentre tu mangi la tua schiscetta di pasta fredda davanti al pc, lui si sta trastullando con il cyber egg di Scabin o gustando un aperitivo a base di ostriche e champagne sulla costa normanna. Come non nutrire pulsioni omicide nei suoi confronti?
Ancora più fastidioso, se possibile, quello che non ha nemmeno il coraggio di farlo in maniera esplicita:
“Indovinate chi cucina per me stasera?” (con foto di super chef ai fornelli)
“Domani si va a Torriana. Consigli su dove dormire nei dintorni?”
5) L’eco-foodie.
“Appena arrivata la cassettina di zucchine del contadino. Buy bio, buy local!”
Lo riconoscete? Segni particolari: compra le cassette di frutta e verdura dai GAS; è veg(etari)ano; tiene il santino di Carlin Petrini sul comodino. La sua bacheca Facebook è il suo piccolo speaker’s corner per fare proseliti e convertire i suoi contatti al credo del vino biodinamico. I suoi aggiornamenti di stato che incitano al boicottare la Monsanto mi fanno venire voglia di un panino da McDonald’s. Di peggio c’è solo chi ha interi album sulla pasta madre e ci tiene costantemente aggiornati sullo stato di salute del suo orto.
Ho dimenticato qualcuno? Ma soprattutto in che categoria rientrate? E quale vi risulta più insopportabile?
[Link: Huffington Post, elaborazione di un’immagine di Huffington Post]