Il mito degli chef italiani tutti mercati rionali e produttori di nicchia è falso. Eppoi i tempi dell’infausta demonizzazione del junk food sono ormai archiviati, sta bene al bar, fa figo al baracchino, dona un tocco più pop allo stellato, regala inaspettate standing ovation a casa con gli amici.
Dirò di più: il 2015 è l’anno della definitiva consacrazione nell’olimpo gourmet di tanti piatti che prima erano spazzatura. [related_posts]
Ecco, pensate al carico di stress che accumula lo chef sotto il cappello bianco, sempre costretto a cercare l’eccellenza, parlare di eccellenza, cucinare a bassa temperatura l’eccellenza.
Prima o dopo, come noialtri semplici gourmet, dovrà pur venirgli voglia di trasgredire. E con cosa trasgrediscono gli chef?
Ho chiesto a 6 di loro (5+1) il proibito che nascondono nella dispensa di casa nel tempo sfuggente tra una dichiarazione alla stampa e una comparsata in tivù. Ecco le risposte.
RICCARDO CAMANINI
L’INFLESSIBILE
Ristorante: Lido 84.
Dove: Gardone Riviera, Brescia.
Cosa: assolutamente nulla.
Memorizzate questo nome. Riccardo Camanini sta facendo ululare di piacere la critica gastronomica italiana. Lui, come me, ha una tendenza all’inflessibilità, ma a differenza mia non cede mai. Dice che i suoi colleghi lo chiamano “il carabiniere” perché segue un regime dietetico controllato da un nutrizionista e corre tutti i giorni. Nel conto calorico sono addirittura comprese 2500 calorie per gli assaggi in cucina.
Piena di ammirazione, cercando di trovare una falla in questo ammirevole piglio, gli chiedo: “Ma lei non ha mai voglia di non cucinare?”. “In quel caso”, mi risponde, “mi faccio una pasta al burro, ma deve essere una buona pasta artigianale”.
Poi un piccolo tentennamento, forse vuole venirmi incontro: “Però forse qualche volta mi è capitato di mangiare una pizza in una pizzeria che non conoscevo”.
LORENZO COGO
GALLETTO ALLA BRACE E PATATE FRITTE
Ristorante: El Coq.
Dove: Marano Vicentino, Vicenza.
Catena preferita: Rooster House.
Cosa: Galletto alla brace, patatine e birra da litro.
Lorenzo Cogo mi è parso il candidato ideale quando ho visto su Facebook le foto del making of di El Coq burger, interpretazione del classico hamburger americano ma con pane al mais di Marano e altri prodotti vicentini. Uno che mette nel menu l’hamburger ne avrà assaggiati molti.
Lorenzo invece quando ha voglia di junk food va al Rooster, la catena di galletti alla brace con patatine fritte e salsa tartara e si spara una birra da litro.
Lo chef però si riconosce nei dettagli, infatti mi spiega di adorare questo posto perché, malgrado le dimensioni da multinazionale del galletto arrosto, usa buone materie prime e il forno a brace per cucinare la carne.
MARCO MARTINI
BACON CHEESEBURGER
Ristorante: La stazione di Posta.
Dove: Roma.
Catena preferita: MC Donald.
Cosa ordina: Bacon Cheeseburger.
Finalmente qualcuno che confessa di andare da McDonald’s, e poi, imperterrito, aggiunge il resto: con la sua ragazza ha un’abitudine che chiama “just eat grande applicazione che non ti fa alzare dal divano”.
Vi servono un divano, una compagna di abbuffate e svariati esemplari di Kinder Pinguì, Fruttolo, Kinder Delice e caramelle Haribo.
Ma attenzione, anche qui c’è il tocco dello chef: Kinder Delice è meglio se prima di mangiarla si lascia un po’ in frigorifero!
LORIS INDRI
CHEESEBURGER
Ristorante: Do Leoni, Hotel Londra Palace.
Dove: Venezia.
Catena: Old Wild West.
Cosa ordina: Cheesburger, patatine e birra media.
Ci mette un po’ Loris, giovane chef del celebre ristorante veneziano Do Leoni dove prepara piatti impeccabili a riprendersi dallo shock. Non è sicuro che gli abbia chiesto cosa va a mangiare quando ha voglia di junk food. “A uno chef non puoi parlare di fast food….” mi dice.
E poi riluttante confessa anche lui, che se dovesse fare il nome di una catena che gli piace mi direbbe l’Old Wild West. E a giudicare dall’accuratezza della risposta sul cosa ordina, mi sono fatta l’idea che ci sia stato più di una volta.
MASSIMO LIVAN
DOPPIO CHEESEBURGER
Ristorante: Antinoo’s – Centurion Palace.
Dove: Venezia.
Catena preferita: MC Donald.
Cosa: Doppio Cheesburger.
Massimo Livan conduce la cucina di Antinoo’s, all’interno di un grande albergo veneziano, il Centurion Palace. In questi anni si è fatto notare in Laguna e fuori per la sua cucina, con annesso codazzo di star del cinema che arrivano a Venezia per il Festival.
Eppure anche lui si concede volentieri qualche peccato, con la scusa di avere due figlie piccole: “è per loro”, dice, “che vado al McDonald’s e una volta lì indugio volentieri su un doppio cheesburger.
OSCAR MAZZOLENI
BIG MAC
Ristorante: Al Carroponte.
Dove: Bergamo.
Catena Preferita: MC Donald.
Cosa: Big Mac o l’hamburger della settimana.
Oscar Mazzoleni non fa lo chef ma di cibo se ne intende visto che è direttore e Maître Sommelier del ristorante Al Carroponte di Bergamo. Anche lui ci mette un po’ a confessare, e anche per lui l’arma segreta per andare al fast food sono i figli.
Mentre è in fila per ordinare l’Happy Meal però non rinuncia a infilare sul vassoio anche un Big Mac per sé, oppure l’hamburger della settimana. Questa cosa degli hamburger novità sembra esercitare sulle papille gustative un’attrazione innegabile.
[foto crediti: SteFu su Flickr, burgerjunkies, pixgood, dinedelish, padovadonne, favtory style mag, turismo del gusto]