I telechef non fanno bene alla cucina. Se ne parla da molto, senza tuttavia venire a capo di nulla. Eppure, se possiamo mettere un punto fermo alla questione dobbiamo parlare dei delle torte della nonna: delle rainbow cake, del cake design, delle glasse e dei semifreddi creati con invereconda insipienza.
Ecco, sono convinta che la tagliata di tonno ai semi di papavero ci abbia migliorato la vita rispetto alla fettina alla pizzaiola, ma la penso diversamente sui dessert che, a volte grotteschi, quasi sempre ridicoli.
Ormai anche il ristoratore più cupo serve la sua fetta di crostata industriale con un ghirigoro di sciroppo aromatizzato alla fragola, zucchero a velo, cacao in polvere e, per finire in bellezza, un ricciolo di panna spray. E per di più, da troppo tempo il carrello dei dolci è ridotto a una teoria sempre uguale: crostata all’albicocca, tiramisù, profiteroles, tartufo (bianco e nero) e meringata.
Qualche volta fa capolino anche una sedicente torta della nonna (che nessuna nonna d’Italia avrebbe mai sfornato).
Così, per incitare a un recupero della pasticceria economica e semplice del passato casalingo, ho creato una classifica di dolci che non si fanno quasi più e che mi mancano moltissimo. Gestori di pizzerie e affini: vi prego di prendere nota.
#10 Il ciambellone
Con l’aggiunta di un bicchiere di vino passito in cui inzupparlo, il ciambellone con la granella di zucchero è il più vintage tra i peccati di gola.
#9 Il plumcake
Di una semplicità virginale, ma così difficile da far lievitare e cuocere alla perfezione, probabilmente è venuto a mancare per l’impegno che necessita, a cui non segue nessuna sontuosità.
#8 La torta con le mele
Di torte di mele ce ne sono tante quante sono le massaie nel mondo. Bisognerebbe per una volta usare internet come si deve e raccoglierne tutte le declinazioni in un unico ricettario: avremmo idee per dolci per qualche secolo a venire.
#7 Il castagnaccio
Morbido, profumato al rosmarino. Sono sicura che salverebbe, da solo, le economie di un intero ristorante con il ricarico che può avere.
#6 Il salame di cioccolato
Nella variante coi biscotti tagliati grossi o in quella con i biscotti sbriciolati non mi importa, purché la semplicità della sua fetta non venga sporcata da nessun altro intingolo nel piatto.
#5 La torta alla ricotta
La variante, nel mondo reale, della sedicente torta della nonna. Perfetta: un po’ croccante, un po’ cremosa, non ha bisogno d’altro.
#4 Lo zabaione coi biscotti secchi
Altro dolce che richiede troppo impegno per il suo risultato, avrebbe bisogno di un comitato di salvaguardia che lo preservi dall’estinzione.
#3 La torta di tagliatelle
Sfido chiunque a dire che una bella torta di tagliatelle non regge il confronto estetico con una torta inglese ricoperta di pasta di zucchero. Ho detto “estetico” perché, per quanto riguarda il sapore, comincio a salivare come un labrador alla vista della prima, mentre rimango del tutto inerte di fronte alla seconda.
#2 La schiacciata all’uva
Uno dei dolci che seguivano alla giornata di vendemmia, il suo piacere sta nel gusto dolce/salato e negli acini che scoppiano all’interno dell’impasto, caramellando tutto quello che gli sta intorno.
#1 Il bensone
Omaggio alle mie origini modenesi, il bensone è uno di quei dolci che va assaggiato per forza, altrimenti ci si perde uno dei misteri della vita semplice. Unica elaborazione concessa: un ripieno di marmellata di ciliege.
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