In questa grande Babele culinaria se fai due spaghetti al pomodoro è difficile farsi notare.
Ma, come abbiamo visto ieri, se c’è una cosa che funziona sempre sono i cartelli nelle osterie, espressione verace dell’Italia mangiona e beona. Ne abbiamo raccolti 9 ricavandone le regole del perfetto pubblicitario. Con un po’ di applicazione riuscirete ad emergere dalle nebbie della comunicazione.
Eccovi dunque il quasi decalogo:
1. Parlare dritto al cuore
Quando si dice scolpire a chiare lettere lo spirito di un popolo.
Dove: Osteria al Portego, Calle della Malvasia, 6014 (Castello) – Venezia.
2. Fingere interesse per l’avventore
A metà tra il politicamente corretto e l’istigazione a sorpassare i propri limiti riguardo al tasso alcolico.
Dove: Caffè Ponte Vecchio, Via Arangano, 14/16 – Bassano del Grappa.
3. Esprimere tutta la propria empatia
Il dibattito bambini al ristorante si/no accende sempre gli animi (ma se fai la trattoria tipica te lo puoi anche aspettare che vengano da te le famiglie). E’ tuttavia un modo come un altro per fare un giro promozionale gratis sulla pagina facebook del giornale locale.
Dove: La Locanda del Gatto Nero, Via della Palmarola, 76 – Roma.
4. Insultare apertamente il nemico
Limpido per il bolognese, chiaro anche al resto degli emiliani, immagino però il tracollo emotivo di un algido piemontese di fronte al cartello. L’Osteria del Sole è uno dei pochi posti genuini di Bologna, forse anche troppo.
Dove: Osteria del Sole, Vicolo Ranocchi, 1/d – Bologna.
5. Coinvolgere gli emarginati
Rispetto ai bolognesi, qui lo stesso concetto viene espresso con un piglio più rilassato. Indubbiamente il destinatario del messaggio si sente più sollevato, ma sarà più incline alla bevuta?
Dove: Tana del Luppolo Via Lombardia, 88 – Cavi di Lavagna (Genova).
6. Mirare dritto alla pancia
Con puro savoir-faire veneziano alla pizzeria alla strega sanno che il turista, stordito dalla teoria di ristoranti e osterie senza soluzione di continuità, è abituato ad avvistare il locale da lontano e a non dare troppa attenzione quando è vicino. Invece dovrebbe.
Dove: Pizzeria Alla Strega, Barbaria delle Tole, 6418 – Venezia.
7/8. Essere sempre sul pezzo
Il nuovo slogan di Slow Food e quello per il sindacato dei camerieri arrivano dal paroliere dell’Osteria Rugantino. In fondo è un modo come un altro per lanciare un messaggio chiaro ed efficace.
Dove: Antica Osteria Rugantino, Via della Lungaretta, 54 – Roma.
9. La genuinità prima di tutto
Un’idea, prima di affiggere un cartello promozionale, è anche dare un’occhiata al vocabolario.
Dove: Bar di un ospedale di Roma, semi ignoto (per fortuna).
10. La strategia della lavagna
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L’improntitudine, o la strategia di marketing della lavagna parlante, non è una prerogativa solo italiana. E a volte si basa sull’esistenza stessa della lavagna.
Dove: all’ingresso del Moreover Pub di New York.
[foto crediti: speradisole, girovagando, Roma Today, ArfioMarchini, Carlotta Girola, Elisa Pasqualetto]