Lasciarsi andare ai peccati originali in cucina è eccitante, bisogna ammetterlo. Di certo la lussuria, per come ce l’avete raccontata, è sexy, impertinente, affascinante. Ma se parlassimo di altro? Se parlassimo di accidia, per esempio.
Dunque vediamo: l’accidia è un difettaccio brutto, un istinto perverso e masochista, un’energia negativa alla quale ci si abbandona rinunciando all’azione, bloccando l’iniziativa, evitando il fare. Non è esattamente pigrizia, perché nella pigrizia non è sottintesa alcuna cattiva intenzione. L’accidia è qualcosa di veramente inquietante, cari i miei piccoli lettori, e in cucina può essere fatale per il gusto e l’economia domestica, anche.
Ecco il materiale da soppesare:
MMM! CHE BUONI I SURGELATI. Tornate a casa stanchi. Nel freezer solo crocchette di patate e bastoncini di pesce. Ne tirate fuori un tot con le mani e il primo morso imprudente imprudente stacca un pezzo ancora surgelato. Solo il lancinante dolore alle gengive vi convince ad accendere il fuoco sotto una padella sporca. Senza aspettare che l’olio si scaldi, ci buttate dentro la vostra cena. Dopo 2 insufficienti minuti, scolate nel lavello tutto l’olio bollente e mangiate di gusto il semifreddo di patate e merluzzo. Niente sale, niente posate. Agghiacciante.
STOVIGLIE USA E GETTA. Avete preparato una cena discreta sfruttando l’ultima sacca di buona volontà residua. Quindi passate la serata davanti alla televisione ignorando la fastidiosa vocina che vi sollecita a tornare in cucina per lavare via il sugo incrostato dal tegame. La stessa scena si ripete il giorno dopo e il giorno dopo ancora. I piatti si accumulano, il cattivo odore avvolge ogni anfratto della vostra abitazione fino a quando, poco prima di soffocare, decidete di buttare tutte le pentole sporche nel secchio della differenziata, ovviamente nell’umido. Tanto domani le ricomprerete al negozio del cinese sotto casa. Immorale.
MENU’ DEL GIORNO: SCARPETTA. Mamma vi ha fatto visita lo scorso weekend. Come da tradizione ha portato con sé dieci tupperware ripieni del vostro sughetto preferito, quello con pomodoro e basilico. Disinformata della vostra recente deriva gourmet, sulla soglia di casa vi ha detto: “E’ semplicissimo. Basta cuocere la pasta, scaldare il sugo e condire con parmigiano, a Mamma”. Giunta l’ora di cena, l’unica cosa che riuscite a fare è tirare il sugo fuori dal frigo per poi gustarlo ancora freddo aiutandovi con pezzi di pane raffermo direttamente dal noto contenitore di plastica. Semplicissimo, come ha detto mamma.
LA COLAZIONE DEI CAMPIONI. Non c’è niente di meglio di una tazza di latte caldo. Anzi: non c’è niente di meglio di una tazza di latte freddo scaduto da ieri, per cena. L’ideale è inzupparci dentro una di quelle barrette energetiche che avete comprato lo scorso autunno insieme all’abbonamento di un anno in palestra, sfruttato due mesi. Vonnegut (Kurt, l’autore del famoso romanzo n.d.a) è fiero di voi.
CAST AWAY. Quando entrate in cucina le pareti tremano. Le pentole si nascondono sul fondo della credenza in alto e le posate spariscono nello stesso paradiso dei calzini spaiati. Vi guardate intorno pieni di buona volontà ma d’un tratto è la cucina stessa a sparire e vi ritrovate scalzi su un’isola deserta con una scatoletta di tonno, una di fagioli e una di mais. Costretti dagli eventi, aprite le latte e aiutandovi con un bastoncino largo ingurgitate il tutto, rigorosamente senza mischiare. Psichedelico.
Siate sinceri, firmatevi con nomi di fantasia se preferite, ma vomitate i segreti più perversi. Quali azioni veramente accidiose fate nel segreto della vostra cucina?
[Crediti | Link: Dissapore, immagine: Flickr/Urline]