Così, giusto per farsi venire il latte alle ginocchia, ricordo che la parola del 2009 è “Tweet” (il messaggio di testo lungo fino a 140 caratteri di Twitter) mentre quella del decennio è “Google”. Yawn, i “maggiori linguisti americani” non sono stati troppo originali questa volta. Eh, come se noi, invece.
Ogni giorno per abitudine diciamo (peggio: scriviamo) parole indigeste: “tipico”, “territorio”, “sentore”. O ne ripetiamo alcune per pigrizia: “molecolare”, “foodie”, “km zero”. Salvo poi scoprire che le detestiamo quando a pronunciarle sono gli altri. Per dire, voi, a quali parole del vocabolario gastronomico siete diventati intolleranti? Quali termini solo a sentirli, vi provocano drammatiche crisi di rigetto?