La prima volta che ho avuto a che fare con il cibo delivery o cibo a domicilio è stato parecchi anni fa, mi trovavo a New York e la mia ospite, all’ora di cena, aprendo la dispensa della sua mini cucina, mi chiese:
— Cosa vorresti mangiare?
— Per me è indifferente, quel che c’è va bene
“C’è tutto”, disse lei estraendo dalla dispensa una mazzetta di depliant: dai falafel al sushi, dal macrobiotico al crudista, qualsiasi cosa poteva arrivare a casa. Ordinammo cibo egiziano e ancora ripenso all’agghiacciante velocità con cui ci venne consegnato e al fatto che lo scambio porzioni/denaro avvenne senza che tra noi e il ragazzo delle consegne fosse proferita una parola. Lui, ricordo, non si tolse nemmeno il casco. Fino a quel momento le mie uniche esperienze delivery in Italia erano legate alla pizza.
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Affascinata da questa indolenza esotica del non aver voglia di cucinare e neanche di uscire di casa, non avere nulla in frigorifero ma avere infinite possibilità di scelta, mi chiesi: pensa se a Bologna ti portassero a casa i tortellini!?
Un bel po’ di anni dopo, a Bologna non solo ti portano a casa i tortellini, ma l’idea del primo delivery di cibo bolognese (si chiama Tortellino e ha aperto nell’ottobre del 2012) sta per sbarcare negli USA. Piccolo il mondo eh?
Quelli di Tortellino sono giovani neolaureati (nient’affatto Sdraiati, come i ragazzi descritti da Michele Serra nel suo ultimo libro) che hanno per primi avuto l’idea di aprire un takeaway di cibo bolognese con anche servizio di consegna a domicilio (gratuita, in tutto il comune di Bologna). Nel menu si trovano tortellini in brodo o alla panna (8,00 euro), lasagne (6,00 euro), passatelli in brodo (6,00 euro), polpette con piselli (6,00 euro), cotolette (6,00 euro), zuppa inglese (3,00 euro) e altri piatti tipici.
Le porzioni sono servite in bicchieroni di polistirolo, così si può anche comodamente passeggiare con il tortellino in mano (cosa che ultimamente va molto di moda a Bologna: anche alla Bottega del ristorante stellato I Portici si vendono tortellini in brodo da passeggio).
La formula inventata dai ragazzi di Tortellino funziona: il primo negozio in via Cesare Battisti e ora un temporary store in via Santo Stefano (tra il Pappagallo e Bolpetta, per capirci), oltre all’idea di aprire presto anche all’estero. Bravi. Gli Sdraiati sono semmai quelli che chiamano per farsi recapitare la cena a casa.
Io ho provato i Tortellini con la panna. E dato che non appartiene alla mia educazione l’idea di ordinare tortellini in bicchieri di polistirolo e consumarli passeggiando o dopo che mi sono stati recapitati a casa, assaggiarli è stato un gesto un po’ ribelle.
Comodità a una qualità accettabile è il mio verdetto. Ma, aldilà dell’idea originale, penso nel profondo che la mia resistenza anomala al tortellino a domicilio derivi da qualcosa di più che il desiderio di vedere con i miei occhi la mia mamma chiuderli uno a uno, o di recarmi al mio ristorante preferito dove li fanno meglio che a casa, o il desiderio di limitare imballaggi e rifiuti di polistirolo.
La mia resistenza ha più a che fare con il fatto che il tortellino “comodo” un po’ mi spiazza.
Lo so, è lunedì, e la vita è già abbastanza complicata, ma voi a cosa siete disposti a rinunciare pur di starvene sdraiati sul divano?
[Crediti | Link: Food24, immagini: The Royal Taster]