Come vi comportate per il pranzo in spiaggia? Siete fra quelli che “no, mai e poi mai, la sabbia, il caldo, la confusione: preferisco salire a casa o in albergo e mangiare in santa pace”?
Fate un salto dal fruttivendolo e dal panettiere e ve ne andate al mare con una scorta di susine, pesche, focaccia e stop?
Oppure vi attrezzate con frigo portatili colmi di ogni ben di dio, incuranti di digeribilità e linea che tanto, ormai, la prova costume l’avete bella che affrontata – e persa?
Se vi conosco un poco, posso sbilanciarmi nell’affermare che molti fra voi fanno parte di quest’ultima categoria. O almeno vorrebbero.
Essere quel tipo di bagnante che, incurante delle occhiatine snob dei più morigerati, non vede l’ora di apparecchiare il lettino con cibo, tanto cibo, da mandare giù con una birretta. E chi se ne frega se la digestione sarà lenta: si può sempre fare un pisolino postprandiale, no?
Se fate parte di questa categoria, sceglierete preparazioni che riflettono la più genuina tradizione italiana, quella dell’Albertone nazionale alle prese coi maccheroni, con una particolare predilezione proprio per la pasta.
Certo, non si tratterà di pietanze leggere. Ma il bello è vincere la sfida con le ricette più pesanti mai portate sul bagnasciuga.
Noi le abbiamo classificate stabilendo la nostra personale top five dei cibi più impegnativi (e buoni!) da portare in spiaggia.
5° posto: la frittata
Ci sono modi diversi per farla. Potreste mescolare le uova con le verdurine dell’orto, cuocerla al forno e persino utilizzare solo albumi per abbattere la quota grassi saturi, portando sotto l’ombrellone una pietanza nutriente ma leggera.
Ma, naturalmente, non farete nulla di tutto ciò. Quello che succederà sarà che calcolerete 2 uova intere a persona più 2 per la padella. Nel miscuglio, insaporito con tanto sale e tanto pepe, finiranno spaghetti, provola, salame, mortadella, per una frittata di maccheroni alta una spanna, ben fritta sopra e sotto in una generosa dose del vostro migliore extravergine.
Confezionata senza asciugarla troppo dall’olio in eccesso. Così, a mezzodì, emergerà dal contenitore unta e luccicante. Irresistibile.
4° posto: la pasta fredda
Nulla a che vedere con le insalate di fusilli o di farfalle condite con condi-pronti. Né con le più amorevoli versioni con i pomodorini della vostra pianta, le mozzarelline ciliegia fresche, il basilico strappato a mano, il tonno sott’olio più buono, le sapide olivelle taggiasche e altre piccole leccornie selezionate.
No, la pasta fredda è esattamente quel che dice il nome: la pasta avanzata la sera prima, tenuta in frigo fino al momento di trasferirla nella sacca termica per il suo viaggio verso l’ombrellone.
E non veniteci a dire che ne avete cucinata troppa per sbaglio, o che non l’avete gettata perché siete accaniti seguaci della “permacucina”, il trend che invita a eliminare gli sprechi alimentari e riciclare sempre e comunque.
Ne avete fatta di più, con tanta salsa di pomodoro e l’abituale, eccessivo corredo di olio, per un solo motivo: la pasta fredda, sforchettata direttamente dalla sua ciotola, è buonissima.
3° posto: il pollo arrosto
Sulla strada per il mare, il profumo del girarrosto vi attira nelle sue spire, come un filo d’Arianna odoroso, e vi porta davanti al bancone dove i polli ben rosolati vi chiamano, sirene per la gola.
A meno di non farvi legare, novelli Ulisse, alla rastrelliera delle bici, sarà impossibile resistere al richiamo dei succulenti volatili, grondanti del loro grasso o – meglio ancora – di burro e aglio come in uso in Costa Azzurra (e chi va al mare da quelle parte mi darà ragione).
Comprato bollente, il pollo allo spiedo arriverà all’ora di pranzo ancora tiepidino.
E se al negozio avete tralasciato di agguantare anche un busta gonfia di patatine, mandate uno dei bambini al chiosco a prendere una vaschetta o due di french fries calde e tot bustine di maionese che il petto, si sa, è sempre un po’ asciutto.
Se, tuttavia, doveste trovare il pollo un po’ impegnativo, non rinunciate alla sosta in rosticceria: ci sono sempre da sperimentare arancine e supplì.
2° posto: le polpette al sugo
Qui siamo davvero nell’immaginario dell’italiano in spiaggia anni Cinquanta. Che come scatta la mezza esibisce la cofana di polpette di carne, fresca o di recupero, con tutti i sapori e gli odori della tradizione, dall’aglio in giù.
Rotolate, infarinate e fritte, ben fritte, poi ripassate in un abbondante sugo di pelati, cipolla, prezzemolo. Grosse come grosse albicocche (quelle piccoline come ciliegie son per le signorine) si gustano a morsi sporcandosi di salsa le mani, a volte anche costume e pareo.
La goduria è assicurata, la pesantezza anche ma che importa? Potete sempre accompagnarle con un contorno di stagione: caponata o ratatouille, a patto che le medesime siano fatte, come tradizione vuole, con le verdure fritte.
1° posto: la lasagna
Se la pasta fredda è buonissima, la lasagna di più. Come insegnerebbe un nutrizionista (sì, un po’ ubriaco, ma vabbè) ha dalla sua di essere un piatto unico piuttosto completo, se non proprio equilibrato. Perché ci sono i carboidrati, le proteine e i grassi.
Tutti rappresentati in quantità ragguardevoli dalla sfoglia all’uovo, dalla besciamella, dal ragù, dall’immancabile olio, dal parmigiano.
Insomma, sazia e appesantisce il giusto da garantire meravigliose sieste al fresco della pineta, e chi se ne importa se il bagno lo potrete fare non prima del tramonto.
Volete mettere la goduria di infrangere gli strati e fare gran bocconi di sfoglie e farce in barba al vicino di sdraio che, mesto, pilucca un’insalata agitata o smangiucchia una pizzetta gommosa?
Per estensione, chi ama la lasagna in spiaggia non disdegnerà timballi, pasticci e paste al forno le più varie, purché ricche di ingredienti e condimenti.
Bene dissaporiani: ora aspettiamo che ci diciate la vostra. Che forse, in questa carrellata, abbiamo tralasciato qualcosa. Unto, pesante, del tutto inappropriato. Che è così che ci piace.