Che rapporto avete con i pranzi in spiaggia? Siete fra quelli che “no, mai e poi mai, la sabbia, il caldo, la confusione: preferisco salire a casa o in albergo e mangiare in santa pace”?
Oppure percorrete giusto quei 20 metri, non ancora completamente disillusi dalla proposta possibile di bar, ristoranti e gazebo degli stabilimenti, per poi arrendervi a una frisella affogata 6 ore prima o a uno spaghetto con le vongole da mensa scolastica alla modica cifra di 16 euro.
Ma no, voi siete quelli che si organizzano con il frigo portatile, per godere del bagnasciuga dall’inizio alla fine e non rinunciare alla buona cucina (e possibilmente risparmiando). Incurante delle occhiatine snob dei più morigerati, non vede l’ora di apparecchiare il lettino con il vostro cibo.
Dunque, parliamone: quali sono i 10 migliori pranzi in spiaggia possibili, tra soluzioni leggere e pietanze più impegnative, grandi classici lievemente opulenti ma perfetti anche da asporto, sotto l’ombrellone?
10° posto: le verdure crude e cotte
Non fate quella faccia perplessa: ho detto verdure, mica cartone.
Prendete l’insalata di pomodori, con olio buono, basilico e qualche rondella di cipollotto rosso, la loro acqua che si raccoglie sul fondo del contenitore per fare scarpetta con la focaccia (alla quale è dedicato il gradino più alto di questa classifica): cattiva? No di certo.
Se poi siete fra quanti avevo convinto a infornare le lasagne, non vi spaventerete nell’accendere il torrido elettrodomestico per arrostire gli ortaggi.
Tra i miei preferiti, i peperoncini verdi dolci, che si chiamano anche friggitelli e – certo – fritti è la morte loro. Ma se li stendete su una placca, li condite con un filo d’olio rigirandoli con le mani per condirli bene, li fate appassire una decina di minuti a 210° (voltateli a metà tempo) e li salate generosamente, saranno uno snack irresistibile.
Così come le melanzane a fette tonde, spennellate con un velo d’olio sui due lati e anch’esse infornate finché sono dorate sui due lati: anche fredde, una tira l’altra, neanche fossero patatine.
Cuocete allo stesso modo le zucchine e fatele a scapece con una marinata calda di olio, aceto, aglio o cipolla e menta. Oppure, lessate le carote (sì, le tristi carote lesse), affettatele per il lungo e conditele sempre con olio, aceto, sale e tanto origano secco.
L’olio, come vedete, è imprescindibile. Così come il sale. La bontà delle verdure di stagione farà il resto.
9° posto: la frittata
Ci sono modi diversi per farla. Potreste mescolare le uova con le verdurine dell’orto, cuocerla al forno e persino utilizzare solo albumi per abbattere la quota grassi saturi, portando sotto l’ombrellone una pietanza nutriente ma leggera.
Ma, naturalmente, non farete nulla di tutto ciò. Quello che succederà sarà che calcolerete 2 uova intere a persona più 2 per la padella. Nel miscuglio, insaporito con tanto sale e tanto pepe, finiranno spaghetti, provola, salame, mortadella, per una frittata di maccheroni alta una spanna, ben fritta sopra e sotto in una generosa dose del vostro migliore extravergine.
Confezionata senza asciugarla troppo dall’olio in eccesso. Così, a mezzodì, emergerà dal contenitore unta e luccicante. Irresistibile.
8° posto: l’insalata di riso
Un classicone troppo spesso colloso e mal condito, infarciti di sottaceti e sottoli di dubbia qualità.
Vi prego: dadolini di formaggi a pasta dura, un buon tonno sott’olio ben sgocciolato, olive, capperi e acciughe di qualità, pomodorini, verdure saltate e così via. Ricordando che anche un avanzo di caponata o ratatouille fatte in casa possono essere un buon inizio.
7° posto: l’insalata di pasta
Nulla a che vedere con le insalate di fusilli o di farfalle condite con condi-pronti. Né con le più amorevoli versioni con i pomodorini della vostra pianta, le mozzarelline ciliegia fresche, il basilico strappato a mano, il tonno sott’olio più buono, le sapide olivelle taggiasche e altre piccole leccornie selezionate.
No, la pasta fredda è esattamente quel che dice il nome: la pasta avanzata la sera prima, tenuta in frigo fino al momento di trasferirla nella sacca termica per il suo viaggio verso l’ombrellone.
E non veniteci a dire che ne avete cucinata troppa per sbaglio, o che non l’avete gettata perché siete accaniti seguaci della “permacucina”, il trend che invita a eliminare gli sprechi alimentari e riciclare sempre e comunque.
Ne avete fatta di più, con tanta salsa di pomodoro e l’abituale, eccessivo corredo di olio, per un solo motivo: la pasta fredda, sforchettata direttamente dalla sua ciotola, è buonissima.
Evitate i soliti errori nel prepararla (anche i gesti dati per scontati, come il suo raffreddamento, potrebbero trarvi in inganno) e tutto filerà liscio come l’olio.
6° posto: il pollo arrosto
Sulla strada per il mare, il profumo del girarrosto vi attira nelle sue spire, come un filo d’Arianna odoroso, e vi porta davanti al bancone dove i polli ben rosolati vi chiamano, sirene per la gola.
A meno di non farvi legare, novelli Ulisse, alla rastrelliera delle bici, sarà impossibile resistere al richiamo dei succulenti volatili, grondanti del loro grasso o – meglio ancora – di burro e aglio come in uso in Costa Azzurra (e chi va al mare da quelle parte mi darà ragione).
Comprato bollente, il pollo allo spiedo arriverà all’ora di pranzo ancora tiepidino.
E se al negozio avete tralasciato di agguantare anche un busta gonfia di patatine, mandate uno dei bambini al chiosco a prendere una vaschetta o due di french fries calde e tot bustine di maionese che il petto, si sa, è sempre un po’ asciutto.
Se, tuttavia, doveste trovare il pollo un po’ impegnativo, non rinunciate alla sosta in rosticceria: ci sono sempre da sperimentare arancine e supplì
5°posto: il cous cous, ma fatto a freddo
Anche questo piatto, nell’immaginario collettivo, è associato al termine mappazzone più spesso che al concetto di specialità.
L’equivoco nasce da un equivoco: quello che il cous cous si debba far rinvenire solo con l’acqua calda.
Facciamo un passo indietro: il cous cous che acquistiamo è normalmente precotto, quindi non va cucinato ma solo reidratato.
Sulle confezioni, e nella pratica comune, questa operazione si fa versando sui granelli di semola (che di questo si tratta) un liquido bollente in quantità 1:1. Un rapido riposo di circa 5 minuti permette l’assorbimento e i granelli si gonfiano, diventando soffici e pronti a raccogliere sughi e intingoli, per esempio di una tajine.
Noi però vogliamo fare un altro piatto. Un piatto freddo, in insalata, che scrocchia sotto i denti. Quindi, dobbiamo cambiare tecnica. Ecco come: versate il cous cous in una terrina e copritelo con il doppio del suo peso di acqua fredda salata. Sciogliete una presa di sale in poco succo di limone e uniteli nella terrina insieme a un filo d’olio.
Mescolate bene, coprite e lasciate gonfiare per circa mezz’ora, al termine della quale il vostro cous cous sarà reidratato ma croccante.
Così come le verdure (preferitele crude) con cui arricchirlo, dalle zucchine alle carote, dai peperoni al cipollotto. Ottima aggiunta anche i legumi: ceci o lenticchie, purché lessati al dente. Senza dimenticare tanto, tanto prezzemolo, alla libanese.
4° posto: le polpette al sugo
Qui siamo davvero nell’immaginario dell’italiano in spiaggia anni Cinquanta. Che come scatta la mezza esibisce la cofana di polpette di carne, fresca o di recupero, con tutti i sapori e gli odori della tradizione, dall’aglio in giù.
Rotolate, infarinate e fritte, ben fritte, poi ripassate in un abbondante sugo di pelati, cipolla, prezzemolo. Grosse come grosse albicocche (quelle piccoline come ciliegie son per le signorine) si gustano a morsi sporcandosi di salsa le mani, a volte anche costume e pareo.
La goduria è assicurata, la pesantezza anche ma che importa? Potete sempre accompagnarle con un contorno di stagione: caponata o ratatouille, a patto che le medesime siano fatte, come tradizione vuole, con le verdure fritte.
3° posto: i sandwich imbottiti
Non pensate subito a panoni, supersfilatini, immensi bun stratificati, cotolette fredde e hamburger.
Il sandwich è, nella mia accezione del termine, un ricco spuntino (avete più fame? fatene di più), un minipasto racchiuso tra due strati di pane a cassetta, meglio integrale.
Con cosa imbottirle? Formaggio fresco e spalmabile, come una robiola o un caprino, insaporito con olio, sale, pepe ed erbe tritate (ottima la cipollina). Qualche foglia di insalata, lattuga croccante, tenero songino, rucola piccantina.
Un po’ di sostanza: uno spicchio di frittata alle verdure (ma anche delle uova strapazzate), una fetta di prosciutto cotto, mortadella oppure – udite udite – lingua salmistrata con appena un velo di salsa verde (mentre evitate maionesi e simili, che colano e appesantiscono).
Magari, tostate leggermente il pane, così che non perda troppo tono a contatto con gli ingredienti umidi.
2° posto: la focaccia farcita
Non c’è vacanza al mare, almeno sui litorali nostrani, che non sia legata alla focaccia locale. O alla pizza bianca. Substrati perfetti da farcire a patto di farlo con gusto e criterio.
Tenete presente che si tratta sempre di qualcosa di molto unto, quindi optate per farciture più leggere e fresche.
La mozzarella è sempre una scelta indovinata. Lo è già nella versione basic, caprese con pomodori e basilico. Si arricchisce con fettine sottili di prosciutto crudo (magari, eliminate il grasso che con il caldo “suda” e non è molto appetibile).
Per completare questo ripieno, semplice ma ricco e goloso, la mia ricetta del cuore prevede i fichi verdi o neri, ben maturi, a fettine sottili che regalano dolcezza, succulenza e, perché no, anche principi nutritivi: minerali, fibre, antiossidanti e compagnia.
Siete meno salutari? Vabbè, vi do uno spunto più impegnativo: farcite la vostra focaccia con un avanzo di parmigiana di melanzane.
Ma solo una volta a settimana, figlioli. Magari, il giorno che è un po’ nuvolo o tira vento e il bagno, al pomeriggio, non lo avreste fatto comunque.
1° posto: la lasagna
Se la pasta fredda è buonissima, la lasagna di più. Come insegnerebbe un nutrizionista (sì, un po’ ubriaco, ma vabbè) ha dalla sua di essere un piatto unico piuttosto completo, se non proprio equilibrato. Perché ci sono i carboidrati, le proteine e i grassi.
Tutti rappresentati in quantità ragguardevoli dalla sfoglia all’uovo, dalla besciamella, dal ragù, dall’immancabile olio, dal parmigiano.
Insomma, sazia e appesantisce il giusto da garantire meravigliose sieste al fresco della pineta, e chi se ne importa se il bagno lo potrete fare non prima del tramonto.
Volete mettere la goduria di infrangere gli strati e fare gran bocconi di sfoglie e farce in barba al vicino di sdraio che, mesto, pilucca un’insalata agitata o smangiucchia una pizzetta gommosa?
Per estensione, chi ama la lasagna in spiaggia non disdegnerà timballi, pasticci e paste al forno le più varie, purché ricche di ingredienti e condimenti. Dopotutto in Italia, ogni costa ha il suo modo per dire lasagna.