Sentite l’idea. Smettere di litigare sugli chef del momento per ricordarne uno cui vanno stretti i ruoli secondari. Uno per cui vale la pena. Chiamatela nostalgia, vana speranza, o meno liricamente, bisogno fisico di rimangiare certi piatti, ma oggi ci va di pensare alla vita di Fulvio Pierangelini. Fino a ora.
Prima rarità, l’intervista concessa nei giorni scorsi a Francesca Ciancio.
Nasce l’otto marzo ’80 il Gambero Rosso, per qualcuno il migliore ristorante italiano di sempre. Si mangia con 6.000 lire e per gli operai della Sip c’è un menù a prezzo fisso.
La prima esperienza professionale di Pierangelini è stata nel 77′ alla Casa Rossa, un bar ristorante discoteca nel golfo di Baratti, a sud di San Vincenzo. Per le strane circostanze della vita il proprietario è lo stesso del Gambero Rosso, che allora era una trattoria sulla spiaggia. Ma due locali erano troppi da mandare avanti così (Marino…) decise di mettere in vendita il Gambero.
Nata a Parma, Emanuela Pierangelini è milanese di adozione. Fulvio invece è nato nel 1953 a Roma, dove si è laureato in scienze politiche nel ’78. Per un periodo ha pensato di dedicarsi al cinema, ma non è andato oltre una comparsata nel film Caligola di Tinto Brass.
Carla Capalbo, una giornalista italo-americana che scrive di enogastronomia considera Fulvio Pierangelini l’uomo più sexy del mondo e la sua cucina l’incarnazione del sex appeal.
Sono molti i piatti formidabili di Fulvio Pierangelini. I ravioli di aringa in zuppa di burrata, le capesante ripiene di mortadella, il viaggio intorno alla gallina livornese, il petto di piccione, il minestrone asciutto di tonno, la riscoperta della palamita, le rape rosse con gelato alla liquirizia. Ma il più famoso, imitato in ogni angolo d’Italia è la Passatina di ceci. Quando l’assaggiò il padre, che non approvava la scelta di rilevare il Gambero Rosso, disse: “con questa Fulvio conquisterà il mondo”.
Affascinante senza essere un grande ristorante nel senso tradizionale del termine, prima di essere chiuso a metà 2009, il Gambero Rosso di San Vincenzo (Livorno) era così.
Fulvio e Emanuela Pierangelini hanno un figlio, Fulvietto. Alcuni anni fa l’allargamento del porto di San Vincenzo ha portato allo sgombero del Bucaniere, lo stabilimento sull’arenile vicino al Gambero Rosso, di proprietà della famiglia Pierangelini, e gestito da Fulvietto. Sono iniziati i lavori per la costruzione del Nuovo Bucaniere, la struttura balneare che sorgerà entro la prossima estate sulla spiaggia di Punta la Pelosa con il tocco dell’architetto Massimiliano Fuksas.
A proposito del suo carattere si è scritto che Pierangelini non mangia i bambini ma a volte lo si potrebbe pensare. Nel libro Il grande solista della cucina italiana, la giornalista del Gambero Rosso Raffaella Prandi ha notato “una certa morbidezza femminile che cova sotto un’aria spettinata e imbronciata”. Qui, Pierangelini in un raro sorriso.
Per mangiare al Gambero Rosso si doveva passare il filtro prenotazione. Al telefono Pierangelini indagava cercando di scoprire il motivo per cui qualcuno volesse andare da lui. Bastava un nulla per fargli nascere un sospetto. E il pensiero che un cliente potesse andarci per copiare o peggio per criticare lo rendeva poco affabile, diciamo così.
Nella spiaggia di San Vincenzo, Fulvio Pierngelini è stato bagnino, direttore di spiaggia e istruttore di vela. Malgrado indossi abiti casual, jeans, giacca e un maglione, colleziona gemelli antichi e fazzoletti di Marinella.
Dispetti e dispettucci hanno contrassegnato i rapporti di Pierangelini con il Comune di San Vincenzo. Eppure lo chef ha regalato alla Festa della Palamita, il piccolo tonno di quelle acque, un rango culinario che senza di lui difficilmente avrebbe conquistato. Con l’appendice degli articoli sui quotidiani nazionali e la presenza di vip come Gabriele Salvatores.
Le lezioni universitarie di Fulvio Pierangelini sono state molto apprezzate. Specie quelle del 2007 all’università di Parma, quando lo chef del Gambero Rosso spiegò che gli spaghetti al pomodoro sono un piatto della memoria che impone al cuoco di toccare le vette del gusto. E che per questo, non va ordinato per i bambini.
L’ultima foto che ritrae insieme Emanuela e Fulvio Pierangelini è del 2007 (scattata dal giornalista Paolo Marchi al Gambero Rosso). Per un po’ si è pensato che mettesse fine a un anno e mezzo di parole, chiacchere, indiscrezioni. Ma poi il locale che gestiva con la moglie è stato chiuso. I motivi? Privati.
Nel febbraio 2008, Fulvio Pierangelini ha iniziato una consulenza per la Rocco Forte Collection, in particolare rinnovando la cucina de l’Hotel de Russie di Roma.
Ottobre 2009. Questa foto l’ho scattata io alla presentazione della guida Ristoranti d’Italia 2010 de L’Espresso. Pierangelini, seminascosto, lontano dal palco dove festeggiavano molti suoi colleghi, non era di buon umore. E’ stato vederlo così che mi ha messo la voglia di ricordare uno cui vanno stretti i ruoli secondari. Uno per cui vale sempre la pena.
Molte delle informazioni che avete letto sono tratte dal libro Fulvio Pierangelini, Il grande solista della cucina italiana, scritto da Raffella Prandi e edito dal Gambero Rosso.