Io comunque non capisco come si possa ormonare per il sushi. Davvero. Io amo il “mandato di cottura” (cit.), i really do. I crudisti che al cospetto di un trancio di tonno cinguettano di sentirci il mare penso che lo facciano per moda. Oltretutto è scipito, se non lo affoghi di salse e wasabi non suscita alcun interesse. Con tutto il rispetto per le ragioni dei giapponesi, penso che il sushi sia molto sopravvalutato.
Non faccio uso di droghe e nemmeno il finger food mi piace tanto. Lo so, tecnicamente non è un piatto, solo che tutto questo starnazzare per un po’ di crostini, tartine, tramezzini, bruschette e frittate mano-mangiate all’impiedi è il giallo dell’estate. Ingurgitare cose al volo è un martirio di per sé, ma avete mai provato la ridicolaggine dei finger-dip? (Sono accessori coprifalange simili a dei preservativi per le dita).
Non sono uno schizzinoso, non chiudo le narici sentenziando che i tartufi puzzano come calzini. Sopporto perfino i sinonimi inventati dagli invasati per non dire che puzza, inebriante… divinamente muschiato. Però è eccessivo, sovraesposto, ultracostoso, la Paris Hilton degli ingredienti. Aggiungere grattate di nero estivo a un piatto qualsivoglia può costare 40 euro, troppo per me che in fondo, sono rimasto un ragazzo semplice.
Okay, questo sono io, adesso è il vostro turno. Quali sono i piatti più chiaramente, innegabilmente, palesemente sopravvalutati?
[Fonti: L’Espresso Food&Wine, immagine: Ginger & Tomato]