Ehi!, c’è nessuno lì fuori? Dico ai gastrofanatici vipparoli impazienti di sfogare la loro quota di coolaggine, non importa se sul foodie wannabe ma ancora irrilevante (le vittime più succulente) o proprio sull’analfabeta epocale. Che smacco non infierire con regolarità, eh! Tranquilli, a sollecitare il vostro repertorio di micro-cronachette sulla gastrobarbarie ci pensa Dissapore. Per chi non l’avesse capito è un gioco, ma liberatorio, quindi dateci dentro con le peggio asinate che vi è capitato di sentire. Tipo:
— (A) “Mi prendi un macaron?” (B) “E’ grave non avere la più pallida idea di cosa siano?”.
— In un ristorante di qualche pretesa, molti anni fa, viene servito dei salmone. Un cliente: “Cameriere, questo prosciutto puzza di pesce”.
— L’anno scorso in un ristorante rampante. Cliente: Argh! Cameriere, c’è un vetro nel mio piatto. Ooohhh, stupore in sala. Arriva il cameriere e il presunto vetro altro non è un croccante trasparente ai capperi e limone.
— Qualche anno fa Fede & Tinto a Decanter, il programma di Radio2. “Il vino rosè si fa mischiando vino bianco e vino rosso”.
— Notte fonda, gli ultimi clienti di un pub si avvicinano al bancone. “Mi scusi, posso avere un espresso che domattina devo alzarmi presto?”
— Un amico americano il cui grado di scolarizzazione non rasenta l’analfabetismo appena uscito da un prestigioso ristorante modenese. “Le tagliatelle però non erano veramente italiane, mancavano le polpette”.
— Tornando al caffè: “Prendo sempre un espresso ristretto in tazza grande perché sprigiona meglio l’aroma”.
— “Posso avere la vostra famosa fiorentina? Però senz’osso, per favore”.
— Non so chi sia Massimo Bottura, presumo uno chef per fighetti.
[Crediti | Link: Il Post, immagine: Rubberball]