“Aridaje”. Mi sembra di sentirvi: “ Ma come? Ancora con questa storia del gruppuzzolo di lavoratori der cinema, figli di papà con casa a Trastevere che si lamenta dei tagli al Fus (fondo unico per lo spettacolo) e per non piangersi addosso inventa una serie web a sfondo culinario — Indovina chi viene a cena show — facendo la spesa da Liberati, il macellaio dei vip?”. Sì, ancora loro.
Perché la gente che si mette in discussione mi piace, come quella che corregge il tiro, e credetemi, i ragazzi hanno fatto tesoro dei nostri/vostri consigli.
Il secondo promo di “Indovina chi viene a cena show” funziona meglio del primo. A cominciare dalla sigla. Mica roba da default di programma di montaggio! E poi la regia: più curata nei particolari, con campi e controcampi e inquadrature meditate.
Anche la recitazione fa un passo in avanti. Comparse e interpreti mi sembrano più spontanei e meno preoccupati della telecamera. L’insieme appare più social e meno radical chic. Va bene, c’è di nuovo la casa al centro di Roma, c’è un terrazzo sui tetti che svena solo all’idea, c’è la spesa al mercato di Piazza Vittorio che fa tanto walterveltroni, c’è pure lo scambio di battute con l’extracomunitario.
E noi per questo siamo qui.
Per far sì che ci diano dentro con il terzo promo. Le randellate dei commentatori di Dissapore sono piacevoli come il solletico notturno delle zanzare tigri, si sa, ma servono.