Procediamo per sillogismo. Gli uomini pensano sempre al sesso? Parecchio ma non in esclusiva, 19 volte al giorno, perciò lo stereotipo del maschio animale è sbagliato. Gli uomini pensano sempre al cibo? Parecchio anche in questo caso, 18 volte al giorno, perciò, dico io, lo stereotipo del maschio animale è due volte sbagliato. Macchè, in quanto bisogno fisiologico assai terreno, secondo la psicologa dell’università dell’Ohio che ha condotto la ricerca in uscita sul Journal of Sex Research, e secondo l’accondiscendente giornalista che ne ha parlato sul Corriere Salute, il cibo è un chiaro segno del fatto che l’uomo è una bestia.
Faccio pacificamente notare di non essere d’accordo. Ma volevo parlare d’altro.
Da ore mi sto arrovellando per isolare in ordine cronologico i miei 18 pensieri quotidiani sul cibo, o se preferite, le 18 cose che gli uomini preferiscono al sesso.
1. Ore 7:00 – Croissant al burro di Tricolore Monti, negozietto/foodie – paninoteca/gurmé a Roma.
2. Ore 7:45 – Lettura dei feed sfogliando Flipboard per iPad con lo smoothie minimal-chic di Biancolatte a Milano. Poi dice che la gggente odia gli hipster.
3. Ore 8:00 – Twitter e giusto un biscottino con i chunks di cioccolato di quelli che fa California Bakery a Milano.
4. Ore 9:15 – Sottrarre una capiente cozza cruda al pescivendolo durante la spesa ripetendo le parole indirizzate poco prima a qualche guru della comunicazione (tipo: ma vai a guidare i trattori).
5. Ore 10:00 – Posso avere una qualunque pizza di Bonci? (Maddalena personale: broccoletti e ‘nduja).
6. Ore 10:02 – O forse il panino Filet-o-Fish di Tricolore Monti con lattarini del Mediterraneo, fior di sale di Camargue, e salsa tartara con uova di gallina livornese Paolo Parisi? (Retropensiero: ah fottuti gastrofighetti!)
7. Ore 10:15 – Mai inibire Fabio Cagnetti (editor di Dissapore). Se ha detto “bevici sopra un vecchio champagne” dev’essere un vecchio champagne. Qualunque cosa queste parole significhino.
8. Ore 10:16 – Barolo (anche).
9. Ore 11:55 – Della superiorità di uova strapazzate su pane bruscato e grattata di tartufo bianco per colazione. Credetemi sulla fiducia.
10. Ore 12:30 – [Necessità maschile di essere stimati]. Se fosse aperto, non pranzereste anche voi con due spaghi alle vongole di Zazzeri a Marina di Bibbiona? Fa freddo, ma tanto la natura compensa.
11. Ore 12:45 – Perquanto iscriverei il risotto di go acrobaticamente preparato da Romano sull’isola di Burano al campionato: droghe a basso budget.
12. Ore 13:00 – Un. Grande. Borgogna. Rosso.
13. Ore 16:00 – Ho avuto anch’io un periodo psichedelico. Era quando alle 4 del pomeriggio nessuno poteva togliermi il trapizzino con la lingua in salsa verde da 00100. Roma Testaccio.
14. Ore 17:00 – (dire a Mario Monti di tassate il tè Dahongpao. Ancora di più). Il mio bene accessorio di riferimento. Però, forse 1200 euro al kg. possono bastare.
15. Ore 18:00 – Se non mi presenta Pepi del Buffet da Pepi di Trieste, faccio insinuazioni passivo aggressive su Soban (editor di Dissapore). Da quando ne ha parlato su Dissapore, il posto occupato dalle fantasie sessuali è appannaggio esclusivo di bolliti di carne di maiale, prosciutti, salsiccie e crauti, salse al cren e paprica.
16. Ore 19:15 – Le soddisfazioni della vita hanno nomi cognomi e volti precisi. Matteo Ugolotti della trattoria Ai due platani di Coloreto di Parma. Lo Steve Jobs dei tortelli di zucca.
17. Ore 19: 28 – Vorrei del foie gras, comunque. Sesso estremo.
18. Ore 23:00 – Sentireste la mancanza delle tisane se sparissero per sempre?
[Crediti | Link: Corriere.it, Dissapore. Immagine: iStockphoto]