Di recente ho lavorato a un articolo particolarmente complesso. Su richiesta de Il Fatto Quotidiano, mi sono imbarcata nell’analisi statistica dei dati raccolti attraverso il sito del giornale, che citando una famosa rubrica della rivista satirica Il Male Cuore, chiedeva ai lettori di elencare le 10 cose per cui vale la pena vivere. Il mio rapporto con la matematica è sempre stato problematico — è lei che odia me — ma alla fine ne sono venuta a capo.
Perché lo dici a noi, vi starete chiedendo?
Perché dopo l’inserimento di tutte le voci nelle rigide colonnine di Excel e dopo il calcolo dei punteggi, delle incidenze e bla bla, è venuto fuori che mangiare e bere stanno parecchio a cuore agli italiani (secondo posto, dopo la famiglia) e non parlo solo dei gastrofighettofanaticogourmet come molti di noi qui, parlo di italiani. Italiani normali.
Ecco alcune risposte ricevute:
- il grana padano
- le charlotte caramellate
- la birra ghiacciata
- il buon vino
- il vino rosso
- il Barolo
- il Brunello
- il caffé
- la cioccolata
- la Coca Cola
- la pizza
- la pizza ai funghi
- riuscire a migliorare la ricetta della pizza
- mangiare pane e frutta di stagione
- il purè di patate
- la buona cucina
- assaggiare i ricci di mare persa su uno scoglio nascosto
- mangiare con amore
- lo stocco alla messinese
- il petto d’anatra con salsa di mirtilli
- lo sguardo di mio marito mentre cucino
- una capra
- gli spaghetti alle vongole
- i pancake con lo sciroppo d’acero
- riconoscere in quello che mangi qualcosa legato alla tua infanzia
- la pasta col nero
- la grattachecca
Ora, viste le vostre indiscusse competenze in materia, contagiata dal buffo patriottismo di Roberto Benigni, che ieri sera a Sanremo ha trionfalmente festeggiato i 150 anni d’Italia, mi sento di porvi una domanda simile restringendo il campo delle risposte. Orsù lettori, diteci quali sono i 10 piatti o prodotti tipici per cui vale davvero la pena vivere. Unica regola: potete segnalare solo piatti e prodotti della vostra regione. Poi vi spiego perché.