Da una contabilità probabilmente imperfetta risulta che Mario Batali, chef, personaggio mediatico e scrittore nato a Seattle nel 1960 (ma un suo bisnonno nel 1899 emigrò dal nostro Paese per arrivare nel Montana) chiamato da Michelle Obama alla Casa Bianca per cucinare la cena di Stato di questa sera alle 19 (l’una del mattino in Italia), ospite la delegazione italiana guidata da Matteo Renzi, possiede 25 ristoranti in società con Joe Bastianich, oltre a essere socio di Oscar Farinetti in tutti i megastore Eataly del nord e sud America.
Nella scelta di Michelle Obama, amica personale di Batali anche per il supporto che il cuoco inserito dalla rivista americana Forbes nella top ten dei più ricchi del mondo, ha dato alle battaglie contro lo spreco alimentare e la malnutrizione care alla first lady americana, sembra abbia contato una recente e riuscita cena da Babbo, piccola istituzione newyorkese in fatto di ristoranti italiani.
Il menù della cena per 400 invitati che si svolgerà stasera sul South Lawn, il grande prato antistante la Casa Bianca, in un tendone decorato per l’occasione, prevede anche l’impiego delle verdure provenienti dall’orto voluto da Michelle Obama, che accompagnerà Agnese Renzi a visitarlo, e ingredienti locali tra cui formaggio e vino.
Nonostante il rigido protocollo preveda un riserbo assoluto sul menu della serata sappiamo dalle stesse parole di Batali che: Le pietanze sono tutte ispirate alla cucina italiana, in modo semplice e riconoscibile, ma ciascun piatto avrà qualcosa di sorprendente. E userò quasi al cento per cento ingredienti americani.
Queste sono alcune portate e in qualche caso l’abbinamento con i vini:
— Agnolotti di patate dolci con burro e salvia, in abbinamento Vermentino Patina ‘Santa Ynez’ 2015;
— insalata frise di zucca e Pecorino, in abbinamento Sangiovese ‘Napa’ 2012, Villa Ragazzi;
— arrotolato di braciola di manzo con timo e colatura di rafano e friarielli (prevista ovviamente una versione vegetariana);
— dolci mignon con decorazioni autunnali.
Un menu rassicurante che non prevede portate audaci, come i ravioli di fegato d’oca e stinco di maiale, che tanto hanno caratterizzato Babbo, il ristorante di Batali, formatosi alla scuola di cucina Le Cordon Bleu di Londra e poi grazie a una lunga gavetta nel ristorante di Marco Pierre White, sempre a Londra.
Anche se, per sua stessa ammissione, l’esperienza culinaria che lo ha formato di più è quella ricevuta in Italia, a Borgo Capanne, frazione bolognese di Granaglione, abitata da circa 200 persone.
Cinque anni più tardi, dopo l’apertura nel 1993 di Po, il suo primo ristorante americana, arriva l’incontro con Joe Bastianich e l’inaugurazione di Babbo, preludio a una carriera molto fortunata.
La delegazione italiana oltre ai coniugi Renzi comprende i due registi premi Oscar Roberto Benigni e Paolo Sorrentino, lo stilista Giorgio Armani, la campionessa paralimpica Bebe Vio, il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, la direttrice del Cern Fabiola Gianotti e la curatrice del dipartimento di Architettura e design del Moma, Paola Antonelli.
[Crediti | Link: La Repubblica]